Tenete conto che ero reduce da quella che avrebbe dovuto essere una settimana intensissima e piena di impegni eccitanti, ma che in realtà si era poi rivelata un drammatico flop.
Bruno aleggiava nell’aria e nonostante il dispiegamento di forze (sguinzagliate dalla mittticca coppia di bionde che ahi loro sottopongo ad un quotidiano interrogatorio sulla cucina – tanto da averle spinte contro la loro volontà ad aiutarmi nella caccia allo chef), non solo non gli ho stretto la mano, ma manco sono riuscita a vederlo col binocolo.
#OMappazzone.
Accantonata la delusione adolescenziale che mi aveva persino spinta a saltare il dessert dopo-pasto, a farmi tornare il buonumore è bastato poco, giusto 3 parole: Garda con Gusto.
Una 3 giorni a base di prodotti trentini, chef stellati e pure vini abbinati, sia mai che ci si secchi la gola.
Sostanzialmente il programma funzionava così:
una grande sala da pranzo costellata da graziosi tavolini apparecchiati, 6 postazioni di cucina ognuna con un proprio menù a base di tipicità locali nate dall’unione di forze fra ristoranti di zona e produttori, ed un palco dove a turno chef e celebrità (tanto per citarne alcuni Alfio Ghezzi, Matteo Delvai, Josef Steffner, la Valeria Raciti di Masterchef 2019…) hanno proposto cucina dal vivo.
Luce soffusa, aperitivi, formaggi d’alpeggio e grappe hanno fatto il resto.
Clima decisamente consolatorio,no?
E quindi ho aperto le danze.
E come potevo rompere il ghiaccio se non con un cappuccino? E così è stato; solo che al posto di caffè e latte c’era una soffice spuma di patate ed una mousse di carne salada e funghi con quello che penso di aver interpretato come una sorta di biscotto al cacao amaro (ma su questo non sono pronta a scommettere, prendetelo con le pinze… sono decisamente più pratica con la lasagna che con le portate gourmet!).
Giusto per essere democratici (solo, solo per quello) ho deciso per un secondo antipasto anche perché quando mi ricapita di assaggiare la carne salada in carpione dico io? E vai di bis!
Per il primo ho scelto una ricetta che mi sono ripromessa di provare anche a casa (non so se capita anche a voi ma io me lo propongo sempre di rifare i piatti e poi puntualmente me ne dimentico) e mi sono pappata dei conchiglioni di pasta ripieni di ricotta e trota affumicata affogati in un caciucco di lago leggermente piccantino dove la scarpetta era d’obbligo.
E il secondo non lo prendiamo..? Steak di carne salada con crema mantecata al broccolo di Torbole:
Il dolce lo ha ideato niente popodimeno che Loretta Fanella, la bionda maestra di pasticceria che a lungo ha lavorato col Cracco e che sa decisamente il fatto suo.
Che allora non lo vuoi assaggiare un dolcetto? Limone, fragola, aceto balsamico e pompelmo con tanto di nome e cognome (ed il mio pensiero è volato a Brescia dal cappuccino griffato del caro Massari) perché a certi livelli la firma di un piatto non basta siglarla con lo stile in cucina, bisogna proprio imprimerla lettera per lettera nel cioccolato.
Prezzi piacevolmente moderati se si considerano i tipi di piatti + vino che permettevano di concedersi anche più di un assaggio.
Una giornata di stenti e rinunce insomma…
Quando si mangia e si beve bene neanche a dirlo il tempo vola e in un attimo era già ora di accogliere Gennaro.
Simpatico e alla mano ha parlato approfonditamente della sua esperienza in cucina punzecchiando qua e là il povero Angelo che nel frattempo realizzava le sue ricette sotto il suo sguardo attento.
Celebrity chef rodato ma anche abile comunicatore, ha reso omaggio all’olio del Garda, al coregone di lago, al Broccolo di Torbole, all’immancabile carne salada con dei piatti di forte impatto visito, brillanti e colorati che avrei voluto poter assaggiare se solo avessi prenotato ( per stare in tema “sient’a me: nun ce sta nient’a fa’” e quindi ho mangiato sì, ma con gli occhi).
Detto ciò fra quel che più mi è rimasto impresso e che porterò con me di questa esperienza c’è la soddisfazione del sentir parlare di cibo e Trentino senza per forza relegare tutto solamente a polenta, canederli e strudel, piatti che chiaramente stanno alla base della cucina territoriale ma che non rappresentano la totalità e varietà del buon cibo locale. E bravi gli chef!
Se vi siete persi questo weekend in quel di Riva del Garda mi dispiace per voi, l’evento è stato davvero delizioso e poi come le racconta Chef Gennaro Esposito le barzellette… nessuno mai!